Perfect day
Romy Hausmann
Giunti, pubblicato nel 6 ottobre 2022
384 Pagine
6 ottobre 2022, questa è la data di uscita del nuovo thriller di Romy Hausmann, autrice che ha acquistato il successo e l'approvazione del pubblico con La mia prediletta e successivamente con La mamma si è addormentata.
Dieci piccoli corpi sono stati ritrovati nei boschi vicino a Berlino. Dieci bambine sono morte per mano di un serial killer il cui segno distintivo era lasciare dei fiocchi rossi sui ramo degli alberi.
Dopo quattordici anni la polizia non ha dubbi, l'assassino è il famosissimo filosofo Walter Lesniak, il "Professor Morte".
Ma qualcosa si complica, il professore smette di parlare. Sembra aver perso l'uso della parola ed è qui che entra in gioco sua figlia, Ann, pronta a tutto per salvare suo padre. Lui non è colpevole, né è convinta, non è possibile che quel padre così amorevole abbia commesso quelle atrocità. Quella di Ann però sarà un'indagine tutt'altro che semplice.
Perfect day è quello che sulla carta potremmo definire un bel thriller, ne ha tutte le premesse: omicidi, un'indagine, un serial killer, una figlia che vuole scagionare il padre e qualche dubbio insinuato nel lettore.
Per quanto abbia trovato la storia con un potenziale incredibile e interessante, inizialmente ho fatto fatica ad entrarci dentro con tutte le scarpe. La prima parte del romanzo è infatti caratterizzata da un ritmo più lento, introduttivo, ed è solo nella seconda parte che ho iniziato ad esserne sempre più incuriosita. I fatti si complicano e l'indagine personale di Ann inizia a prendere sempre più forma.
Una delle figure che ho trovato più critiche è quella del presunto omicida, il padre. Un filosofo che non parla, che sembra aver perso la speranza e che con sua figlia spesso dice frasi sibilline che rimandano proprio alla sua materia di studio.
La scrittura dell'autrice, come avevo avuto modo di appurare nei precedenti romanzi, è ancora una volta scorrevole e chiara, ma in questo romanzo mi è mancata la parte emotiva che mi aspettavo trapelasse tra le parole.
I fatti sono ben narrati, ma ho avuto l'impressione che l'autrice si fosse focalizzata perlopiù su quelli rispetto al far percepire al lettore il dolore che alcuni personaggi provano.
Ho trovato quindi lo stile distaccato, e purtroppo non sono riuscita ad empatizzare appieno con una vicenda che vede dieci ragazzine scomparse e una donna pronta a tutto per difendere il padre.